Dal 15 marzo alla fine del mese, 75 famiglie di profughi ucraini hanno fatto gratuitamente la prima spesa nell’emporio solidale “Il Mantello” di via Mura di Porta Po. Sono in totale 201 persone, per la maggior parte accolte da parenti e amici già residenti a Ferrara, grazie ai quali queste famiglie e i volontari superano la barriera linguistica. Queste persone torneranno in aprile, ma ogni giorno i volontari rispondono a nuove richieste telefoniche: tra le prime informazioni a chi arriva dall’Ucraina, la Prefettura inserisce anche il numero di telefono del “mantello”, e il passaparola fa il resto. Anche per questo i nuclei famigliari provenienti dall’Ucraina che si rivolgono al “mantello” sono ormai un flusso costante, il cui numero è in continuo aumento.
Il nuovo Prefetto, Rinaldo Argentieri, è andato di persona a constatare le condizioni organizzative e logistiche dell’emporio solidale, che ora viene aperto quattro giorni la settimana, dal martedì al venerdì, da circa quaranta volontari. Le famiglie di rifugiati si aggiungono, infatti, a quelle già inserite nella normale attività dell’emporio e a quelle messe in difficoltà dalla emergenza covid. In pratica i volontari hanno aumentato le proprie ore di disponibilità settimanale per rispondere a questa situazione di emergenza: sono gli addetti diretti nel market, chi gestisce il magazzino e la sistemazione dei prodotti negli scaffali, chi si occupa del trasporto dei rifornimenti, chi contatta nuove aziende e quelli dell’area di accoglienza che ricevono le telefonate e organizzano gli accessi in modo da evitare affollamenti e attese.
Questa dunque è la quinta settimana a contatto diretto con chi ha abbandonato in fretta e furia la propria casa e la propria nazione in guerra. “Negli occhi di queste persone si percepisce uno smarrimento e una stanchezza che fanno male al cuore”, dice Monica Indelli, presidente del “mantello”. L’emporio non ha spazio per prodotti diversi da quelli alimentari, medicinali, igiene della persona e della casa, materiale scolastico (che corrispondono alle periodiche raccolte pubbliche di beni), ma capita che arrivino in dono altri oggetti: “E’ stata una fortuna che avessimo ancora qualche scatolone risalente al Natale – continua la presidente – perché tanti bambini ucraini sono usciti dall’emporio abbracciando stretto stretto un peluche”.
Il magazzino dell’emporio viene messo a dura prova da questa seconda drammatica emergenza dopo quella pandemica: già la prima settimana, le aziende partner storiche del “mantello” hanno aumentato la quantità di prodotti alimentari donate all’emporio. Gli scaffali si riempiono grazie alle donazioni delle aziende, alle raccolte alimentari e al periodico ricorso al magazzino di Imola del Banco Alimentare.
L’emporio solidale ha lanciato in questa occasione l’uso di una piattaforma per donazioni in denaro: sul sito internet, sulla pagina facebook e su quella di instagram del “mantello” si può scegliere di fare una donazione singola o ripetitiva per “l’emergenza ucraina”. Questo consente di effettuare acquisti più mirati alle necessità. Nei primi giorni di lancio della iniziativa si sono già registrate diversi atti concreti di solidarietà e generosità, a partire dal giovane neo laureato della nostra Università che ha chiesto a parenti e amici di versare all’emporio il corrispettivo dei doni destinati a celebrare il suo successo scolastico.
